IL PICCOLO PRINCIPE
Titolo: Il piccolo principe (Le petit prince)
Autore: Antoine de Saint-Exupéry
Edizione: I sempreverdi
Pagine: 95
Prezzo: €5,90
Consigliato: sì
"a Léon Werth
Chiedo perdono ai bambini per aver dedicato questo libro a un adulto. Ma ho una giustificazione valida: questo adulto è il miglior amico che io abbia al mondo. E poi ne ho un'altra, di giustificazione: questo adulto può capire tutto, perfino i libri per bambini. E un'altra ancora: quest'adulto abita in Francia, ha fame, freddo e tanto bisogno di essere consolato. Se tutte queste giustificazioni non bastano, allora dedicherò il libro al bambino che un tempo quest'adulto è stato. Tutti gli adulti sono stati bambini, ma pochi se lo ricordano. Per cui correggo la mia dedica:
a Léon Werth, quando era bambino"
Questa è la dedica che l'autore ha posto all'inizio del libro, tant'è che egli stesso dichiara che, nonostante abbia scritto un libro per bambini, sia principalmente indirizzato agli adulti. Pubblicato nel 1943, "Il piccolo principe" è fra le opere letterarie più celebri del XX secolo e tra i libri più venduti in assoluto sul mercato letterario. Ad accompagnare la storia vi sono i disegni che lo stesso de Saint-Exupéry ha realizzato, in modo da dare una rappresentazione mentale che parta da qualcosa di visivo per i bambini, e per dare, invece, una chiara rappresentazione agli adulti.
La storia inizia con la precipitazione di un aviatore nel deserto del Sahara, il quale incontra un bambino che gli domanda di disegnarli una pecora; l'aviatore, sorpreso dal trovare qualcuno in quel luogo, per di più un bambino, gli disegna una scatola, dicendo che al suo interno vi era la pecora che desiderava, entusiasmando il bambino. Approfondendo questa loro conoscenza, il bambino gli confida di essere, in realtà, il principe di un lontano asteroide, il B612, abitato da lui soltanto, circondato solo da tre vulcani, di cui uno inattivo, e una rosa di cui si prende molta cura. Viaggiando nello spazio, ha avuto modo di conoscere una serie di individui, ciascuno dei quali aveva una personalità definita, e che l'autore identifica con la società attuale personificata negli adulti. Volando da un asteroide all'altro, incontra: un re solitario, che non fa altro che dare ordini ai suoi sudditi, benché non ci sia nessun altro oltre lui su quel pianeta; un vanitoso, che richiede l'esser ammirato e applaudito sebbene non abbia nessun merito in particolare; un ubriacone, definito tale in quanto sfoga nell'alcool la sua vergogna nel bere; un imprenditore, che passa le sue giornate a contare le stelle, quasi come se fossero di sua proprietà; un lampionaio, il quale è sempre indaffarato nell'accendere e spegnere il suo lampione ogni minuto, in quanto il suo pianeta gira a quella velocità, e rappresenta l'unico personaggio per cui il Piccolo Principe nutre un minimo di ammirazione, in quanto non agisce unicamente per interessi personali; un geografo, il quale, sebbene ricopra questa professione, non ha idea di come sia fatto il proprio pianeta, in quanto non possiede nessun al proprio fianco che possa svolgere operazioni di ricerca sul territorio, ed è proprio quest'ultimo ad indicare al Piccolo Principe di visitare il pianeta Terra.
Non appena vi giunse, il Piccolo Principe incontra anche qui personaggi che lo segnano nel suo percorso. Il primo incontro avviene con serpente, poi un piccolo fiore, delle alte cime e un giardino pieno di rose. E' proprio quest'ultima visione a segnarlo maggiormente, in quanto la rosa del suo pianeta, che tanto cura e tanto ama, dichiarò di essere l'unica esistente nell'intero universo, e apprendendo che in realtà non era così, lasciò al Piccolo Principe un senso di delusione. Poco dopo si presenta dinnanzi a lui una piccola volpe, la quale gli domanda di poter essere "addomesticata" e di diventare sua amica. Quest'ultima rappresenta uno dei passaggi più intensi, parlando a lungo dell'amicizia. Gli ultimi personaggi incontrati sono stati un indaffarato controllore e un venditore di pillole per bloccare la sete. Avendo finito la scorta d'acqua, il Piccolo Principe e l'aviatore si apprestano a cercare un pozzo dove potersi dissetare; camminando per tutta la notte con il bambino tra le braccia, l'aviatore trova un pozzo all'alba dove entrambi si dissetano allegramente.
Il pilota torna a provvedere alla riparazione del suo aereo, ritrovando, alla sera, il Piccolo Principe ad attenderlo su un muretto accanto al pozzo, mentre si accingeva a parlare con il serpente del suo primo incontro sulla Terra. Dopo un anno di permanenza su questo pianeta, gli chiese di riportarlo a casa. L'aviatore rimane profondamente dispiaciuto per questa sua partenza e il Piccolo Principe, consapevole di avergli causato questo dolore, lo invita a guardare il cielo e le sue stelle, ricordando che tra una di quelle ci sarà lui sul suo pianeta. Il serpente, pertanto, lo morse lasciandolo inerme sulla sabbia. L'indomani mattina, il corpo del Piccolo Principe non era più lì, pertanto l'aviatore immaginò che si fosse recato nuovamente sull'asteroide B612 a prendersi cura della sua amata rosa.
Probabilmente non era neppure necessario fare una recensione su questo libro. La presenza delle figure, di personaggi semplici e di un linguaggio scorrevole non fa di esso un libro per bambini. Ogni personaggio o oggetto delineato è racchiuso in una forma allegorica ricca di significato. Le sfumature della società di oggi, di ciò che sempre più con l'avanzare degli anni ha preso valore e ciò che, invece, l'ha perso. La rosa tanto amata e curata dal Piccolo Principe, benché non sia l'unica esistente, diviene unica proprio perché accoglie le attenzioni del suo "padrone". Ognuno di noi viene reso unico da coloro che ci amano e si prendono cura di noi, anche se circondati da una folla in cui apparentemente sembriamo tutti uguali. Visti con gli occhi di un bambino, i personaggi presentati, indaffarati nei loro conti o azioni, o facendosi scudo della propria posizione, appaiono strani e dediti a qualcosa di inutile, tralasciando quella lucina che domanda "ma perché lo stai facendo?" Già, perché? Perché si spreca una vita nel cercare di conquistare ciò che poi, in realtà, non è necessario? Il re a cui piace dare ordini per il puro gusto di farlo, anche senza nessuno che lo ascolta, personifica quella sua posizione senza però uno scopo conseguente, ed è così che, purtroppo, mi vien da pensare, a ciò che la nostra realtà socio-politica è diventata. Il vanitoso, che crede di essere un motivo di vanto, senza possedere alcunché di particolare per essere ammirato, persevera nell'enfatizzare le sue caratteristiche, vivendo della richiesta di ammirazione degli altri. L'ubriacone, probabilmente troppo debole per smettere nel perseguire questo suo vizio, sfoga questa sua debolezza in ciò che lo ha reso tale, ed è inutile dire come queste situazioni possano essere ricondotte ancora una volta alla realtà attuale. Gli uomini d'affari, noncuranti di ciò e di chi li circonda, si sentono padroni di qualcosa che già è esistente e che mediante le proprie finanze accreditano di "loro proprietà", anche magari a qualcosa non necessariamente materiale, in questo caso viene utilizzato come esempio la moltitudine di stelle; in contrapposizione a questo personaggio vi è il lampionaio, che, seppur ricopre un ruolo apparentemente ridicolo, in realtà è il motore dell'intero pianeta, inglobando se stesso ai ritmi del proprio pianeta. Mi vien da pensare ai lavoratori che ogni giorno svolgono instancabilmente il proprio mestiere per poi esser privati del proprio merito, che agisce silenzioso, dai grandi imprenditori per cui lavorano. E sarà un caso che come incarnazione dell'amicizia ci sia proprio un animale? Detto così può sembrare stupido, ma a mio parere non è neppure un caso. Vi sono uomini fedeli anche nei valori dell'amicizia, eppure l'uomo proprio in virtù di essere tale commette errori e spesso provoca sofferenza. La volpe chiede di essere "addomesticata" e di essere amica del Piccolo Principe; io credo che con quel termine volesse indicare, per lo più, di concederle la possibilità di stargli accanto e consentirgli di insegnarli ciò che sa dell'amicizia. Un po' come fanno gli animali domestici, fungi loro da "ammaestratore" per ricevere poi tutto il loro affetto. Forse divago, ma il non avere una chiave del tutto esplicita di significato permette di interpretare almeno qualche punto in maniera personale. E' un racconto completamente allegorico. Per non parlare del finale. Il Piccolo Principe decide di tornare sul suo asteroide, lasciando fisicamente solo il suo amico, ma con un messaggio prima di andarsene con il quale gli raccomanda di guardare le stelle, poichè lui sarà lì. Mi vien da pensare, qui, a coloro che hanno perso un amico, un parente, anche solo un conoscente. La loro mancanza fisica è percepibile fin da subito e sembra non esserci via di scampo dal vuoto che comporta, ma loro in fondo sono sempre lì con noi in qualche modo. Potrà sembrare fatalismo o semplice suggestione, ma provate a guardare le stelle ogni tanto. Pensate che lì ci sia qualcuno a voi distante, e che con un dito potete "toccarlo". Si creerà quasi un filo che conduce il vostro pensiero alla stella che avete scelto. Loro sono lì. E non ci lasciano mai. Così come il Piccolo Principe tornò lì, a prendersi cura della sua rosa.
VOTO: 9
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