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AWAY, il nostro amore oltre il tempo |
Titolo: Away, il nostro amore oltre il tempo
Autore: Tamara Ireland Stone
Pagine: 306
Edizione: Mondadori
Prezzo: 17,00€
Consigliato: a chi piace il genere ed una lettura leggera
Questo romanzo è ambientato in epoca contemporanea (2012), o almeno lo è in parte, in quanto il protagonista della storia, Bennet, è un "time traveler", ovvero ha la possibilità di oltrepassare i confini spazio-temporali per viaggiare nel tempo e modificare, volendo, anche il corso degli eventi. Tuttavia, nonostante questo "potere" possa sembrare qualcosa di fantastico (chi non ha mai desiderato viaggiare nel tempo?), Bennet è costretto a non potersi mai fermare in nessun luogo per lungo tempo, perciò il tempo a lui concesso per trasferirsi da un'epoca all'altra è ben limitato.
Benchè questo gli procuri non pochi turbamenti fisici, è disposto comunque a teletrasportarsi una volta al mese nel 1995 ad Evanton, luogo in cui vive la sua amata, Anna, la quale è a conoscenza del suo "dono" proprio per incontrarsi con lei.
Essendo un regalo, ho scoperto solo dopo che in realtà c'è una sorta di libro antecedente a questo (STAY), che narra come si son incontrati Bennett e Anna e come è iniziata questa loro relazione, perciò io mi son trovata un po' più avanti, quando la loro storia è già avviata.
La narrazione si suddivide sia per quanto riguarda il periodo che il luogo in cui si sviluppano le vicende, ovvero il 1995 e il 2012, rispettivamente tra Evanton e San Francisco. Bennett, all'insaputa dei genitori, sia propri che di Anna, forza questo piccolo spazio della quarta dimensione. Ma cosa non si fa per amore?
Questa, credo, sia poi la domanda che da' senso al racconto. Si è disposti ad infrangere regole, superare confini di ogni tipo (persino spazio-temporali, non so se mi spiego, qui le leggi della fisica possono anche andare in letargo con le marmotte) pur di far sopravvivere il propio amore? Bennett deve confrontarsi con il divieto in sè del potere posseduto, ma anche con i diversi impedimenti disposti dai genitori, i quali, specie il padre, non sono d'accordo che egli viaggi nel tempo spinto da questo suo istinto, questa propensione di buttarsi a capofitto nelle situazioni difficili cercando di porre rimedio con questa sua caratteristica "speciale". Perchè se Bennett utilizza questa suo dono a scopo personale, lo utilizza anche per modificare gli eventi che hanno avuto un esito negativo nella sua realtà. Tuttavia, spulciando qua e là il web per avere maggiori informazioni sul primo volume di questa duologia fantasy, ho potuto leggere un cambio di personalità dei personaggi che erano stati presentati in maniera differente in STAY e che poi hanno modificato il proprio essere nel suo seguito. Questo può lasciare un po' interdetto il pubblico perché ci si affeziona a determinati prototipi di personaggi, ci si affeziona ai suoi pensieri, al suo modo di esprimersi, della sua filosofia di vita, e veder mutati troppi aspetti dello stesso può lasciar spaesati e non apprezzare del tutto il contesto in cui si è dovuto comportare in quei modi. E' vero che si parla sempre di libri, di immaginario, in questo caso addirittura di fantascienza, ma i caratteri non possono essere stazionari, altrimenti il personaggio diviene troppo prevedibile, e cosa è peggio di aver sprecato tempo e soldi per un libro di cui prevedi già tutti gli sviluppi? Una personalità di base deve indubbiamente esserci, ma non è un difetto se in alcune circostanze il personaggio agisce come non ci saremmo aspettati che facesse a causa del suo comportamento precedente. Senza contare che Bennett è molto istintivo, e questa suo lato diverrà un problema e potrebbe compromettere anche la sua relazione con Anna, la quale vedrà nel futuro in una situazione da lui fraintesa.
Come lettura è scorrevole, semplice, si legge in poco tempo. Ma è quel tipo di libro che, ad esempio, io non avrei comprato se non mi fosse stato regalato. Ha un punto interessante su cui far ruotare una trama, il viaggio nel tempo. Piuttosto che ad una storia d'amore su due ragazzini avrei giocato sull'avventura, sulla visita di posti che avrebbero potuto portare intrighi, magari intrecciati alla stessa storia d'amore e se si era propensi ad inserirla dall'inizio. Avrei giocato sul mistero, presente per alcune questioni di Bennett a cui deve far fronte, ma non da mangiarsi i neuroni come se fossero cereali per capirne le modalità. Avrei preferito fosse un po' più coinvolgente. E' una lettura leggera, da alternare a letture più impegnative o se si ha un periodo di stress e si vuole svagare un po' la mente. Del libro in sè, però, mi son rimaste ben poche sensazioni.
VOTO: 6 1/2
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