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Seta |
Titolo: Seta
Autore: Alessandro Baricco
Pagine: 100
Edizione: BUR Rizzoli
Prezzo: 5,00€
Consigliato: sì
"Nel mattino in cui Alessandro Baricco scrisse Seta immaginò che tutta la letteratura del mondo fosse scomparsa... Come Flaubert, voleva scrivere 'un libro fatto di niente'. .."
Pietro Citati, la Repubblica
Ho voluto iniziare con questa citazione posta sul retro della mia edizione per introdurre la mia recensione a questo romanzo.
Non so neanche se dovrei chiamarlo romanzo, non so se c'è un genere adatto in cui collocarlo. Per poterlo definire, perciò, userò le parole dello stesso autore:
"Questo non è un romanzo, e neppure un racconto. Questa è una storia. Inizia con un uomo che attraversa il mondo, e finisce con un lago che se ne sta lì, in una giornata di vento. L'uomo si chiama Hervè Joncour. Il lago non si sa. Si potrebbe dire che è una storia d'amore. Ma se fosse soltato quello, non sarebbe valsa la pena raccontarla. Ci sono di mezzo dei desideri, e dei dolori, che sai benissimo cosa sono, ma un nome vero, per dirli, non ce l'hai..."
Bene. Dopo questo da dove comincio? E' complicato scrivere qualcosa su questa storia. C'è tutto e niente. Non sai se ciò che è accaduto è successo davvero o è stato solo qualcosa sfociato nell'irrazionale e che si è immaginato. Non saprei dirlo con certezza. E' un libro piccino, sono soltanto 100 pagine, le quali si leggono anche in una mezza giornata, ma per quanto breve possa essere il tempo dedicato alla lettura di questo libro, si tenderà sempre a rileggerlo per approfondire meglio qualche punto. Io, ad esempio, ho dovuto leggere il finale due volte perché non ero certa di aver ben compreso cosa fosse successo; avevo una faccia di quelle che si hanno quando si è miopi e ci son stati tolti appena gli occhiali, di smarrimento e confusione. Un finale inaspettato, non avrei mai potuto capirlo. Non avete ancora capito di cosa stia parlando, vero? Provo a sintetizzare un po' il tutto.
Hervè Joncour è un commerciante di seta. Comprava e vendeva bachi da seta quando erano propriamente delle piccole e apparentemente insignificanti uova. E' sposato con Hélène. Per questo suo mestiere conduce una serie di viaggi che lo spingono dapprima in Egitto o in Siria, in quanto in quel periodo l'Europa era soggetta spesso a delle epidemie che portavano a lunghi periodi di improduttività. Tuttavia, quest'epidemia si estende sino in Africa ed è perciò "costretto" a spingersi ancor più lontano, in Giappone. All'epoca, tra l'altro, era considerato davvero dall'altra parte del mondo. Decide di intraprendere questo viaggio e non appena arrivato e preso ciò che gli interessava, viene fermato da un abitante del luogo che lo invita a rimanere, in quanto il suo capo aveva intenzione di parlare con lui. Il capo di questa popolazione si chiama Hara Kei e si instaura un rapporto di intesa mentale tra i due, benchè parlino due lingue differenti e cerchino di dialogare avvicinandosi quanto più possibile alla lingua comune d'intesa. Ma ciò che spinge Hervè a ritornare in Giappone non è solo la qualità indiscussa dei bachi da seta, ma dalla vista di una donna. Una donna della quale chiede informazioni ma di cui non riceve nessuna risposta. Ella gli lascia un biglietto: torna, o morirò. I viaggi che intraprende divengono frequenti, e sempre più intensi. E' come se avesse trovato il suo posto nel mondo, non esisteva nient'altro. Lui era Hervè, e lo era davvero in quel luogo. La moglie, Hélène, non chiede nulla dei suoi viaggi, ha assunto la figura della moglie dell'epoca: devota, casalinga, che concede il proprio spazio al marito. Con questo prototipo di moglie, vengono meno i lati che caratterizzano una donna. Benchè possano appartenere alla stessa sfera, moglie e donna sono due cose separate se non le si accomunano da un elemento fondamentale: la passione. L'esser moglie, ma anche donna con il proprio marito. Perseverare un'intimità da non abbandonare, in modo che il proprio uomo non cerchi o non desideri quella passione, quel coinvolgimento da un'altra donna. Così anche per Hervè. Quella donna che appare e scompare l'ha come incantato. Vi è un contatto mentale forte e saldo, uno sguardo eloquente, occhi che si intrecciano, corpi che si desiderano. In Giappone, tuttavia, scoppia la guerra. Quando Hervè vi giunge nuovamente, vi trova il caos, l'intero villaggio in cammino. Non può più essere il suo "posto nel mondo", non è lì il suo posto. Accanto a quella ragazza. Accanto a quel popolo. Deve andarsene, per non tornare più. E così fece, con l'amaro in bocca dopo aver assistito al violento allontanamento dalla vita del suo "messaggio d'amore" inviatogli dalla sua donna. La donna con la quale vi è come una calamita, con la quale seppur non vi è vicinanza fisica o geografica, vi è quella mentale. La più forte. La più salda.
Tornato nel suo paese, riprende la sua normale vita con la moglie Hélène, la quale, tre anni dopo il suo ritorno, muore a causa di una febbre cerebrale. E il finale? Eh. E' come se dovessi interrompere la recensione, perché la figura della moglie è strettamente intrecciata ai viaggi che Hervè conduce per tutto quel tempo. Questo mistero è svelato da una lettera. Quella lettera racchiude tutto. Sembra stata scritta dalla donna conosciuta in Giappone. La sorpresa, e ciò che contiene, lascerà tutti, e dico tutti, a bocca aperta. E chi se lo sarebbe mai immaginato! Son rimasta talmente come un pesce lesso che ancora se ci penso mi vien da ridere ripensando alla mia espressione.
Questo libro mi ha trasmesso un senso di leggerezza mentre lo leggevo (in una mezza giornata). Era come essere sospesi su un filo, camminare e non sapere se si è in equilibrio, se si sta per cadere, se si è realmente in quella situazione, o star solo immaginando. Ma è un libro che lascia qualcosa, un segno, una riflessione, un senso di vuoto. Molto, molto bello. 100 pagine assolutamente da leggere. (Quantomeno per sapere il finale, sbalorditivo!)
Non c'è molto altro da commentare. Per poter parlare di questo libro bisogna necessariamente averlo letto. Sono 5,00€ ben spesi! (Beh, io l'ho pagato 2,50€ a dire il vero, era nell'outlet dei libri al 50% da IBS!)
Seta. Stoffa delicata, così come lo è questa storia. Delicata, ma intensa. Intensa, ma leggera. Leggera, ma indelebile. Insomma, leggetelo!
VOTO: 8 1/2
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